Come finanzio la mia idea

20/09/2017

Superate le fasi volte a studiare, analizzare e progettare l’idea si arriva purtroppo a scontrarsi con necessità sempre maggiori di denaro. Se è vero che parte delle attività iniziali possono essere svolte “a costo zero”, è altrettanto vero che le parti successive (progettazione, prototipazione, test, ecc.) richiedono investimenti consistenti.

Da qui la domanda: come finanzio la mia idea? Vediamo alcune di queste possibilità:

prestito da parte di amici, parenti e conoscenti: è necessario porsi in maniera seria e chiara, dimostrando che non si tratta di un gioco, magari prendendo un impegno scritto. Possono prestare denaro oppure diventare soci di capitale;

banche: è possibile ottenere un credito per avviare l’impresa, dietro presentazione di un progetto solido e di adeguate garanzie. Si possono avere interessi più bassi e riduzione del rischio di insolvenza, in caso di fallimento, se si accede ai prestiti bancari tramite fondi di garanzia creati dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Resta ovviamente l’obbligo di restituire una piccola parte di scoperto (circa il 20%), il resto è coperto dal fondo. Di contro il prestito va restituito nei termini previsti dal contratto;

contributi a fondo perduto: grazie alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea, i finanziamenti a fondo perduto rappresentano oggi la migliore soluzione per coloro che vogliono avviare un’attività imprenditoriale, avendo un capitale sicuro da poter sfruttare nella fase più delicata e complicata: quella iniziale. La nomenclatura “a fondo perduto” si riferisce alle modalità di funzionamento del finanziamento, il quale prevede l’erogazione di un contributo in conto capitale, non sottoposto a restituzione rateale né ad interessi. Difatti, questo regime di finanziamento può essere considerato come un vero e proprio “investimento” effettuato dagli enti pubblici per favorire lo sviluppo economico. Ogni tipologia di finanziamento richiede documentazione redatta ad hoc, tra cui vi è generalmente il business plan con l’indicazione chiara del vantaggio competitivo della propria futura impresa, o di quella già esistente, e delle ricadute per il territorio dal punto di vista economico, più altra possibile documentazione aggiuntiva che può variare a seconda della tipologia del bando;

finanza agevolata: sono finanziamenti diretti, con erogazione di denaro, o indiretti, tramite agevolazioni fiscali o garanzie sul finanziamento ottenuto da banche e finanziarie. Vi rientrano i contributi a fondo perduto. È possibile informarsi sui siti web del Governo e società collegate, Ministeri, Regioni, Camere di Commercio, Commissione Europea, ma è consigliabile rivolgersi ad uno specialista;

microcredito: è necessario avere capacità tecniche e imprenditoriali. I prestiti erogati vanno da 3.000 a 25.000 euro, anche senza avere garanzie. Per avere accesso al microcredito spesso basta un progetto credibile e un business plan, che crei occupazione, strutturi un’azienda o ne sviluppi una già esistente;

business Angel e Venture capital: il business angel scommette sull’idea e ne trae frutto. Gli investitori possono anche essere un gruppo. Avere nell’impresa un socio di capitali, che ha un approccio da investitore finanziario, impone passi stabiliti per lo sviluppo in 5 anni (ricavi, margini, eventuale quotazione). Contribuisce a creare sistema attorno all’azienda, crea interazioni e favorisce sinergie con altre aziende;

crowdfunding: molto popolare al momento, offre i migliori risultati per le imprese che propongono qualcosa di creativo ed artistico. L’idea viene lanciata su appositi portali, come kickstarter.com, Indiegogo, bancomail.it, e la gente viene invitata a finanziarti con piccole quote, riconoscendo la partecipazione con materiali e gadget. Ogni portale ha le sue regole e condizioni.

Tratto dal Sistema Ratio

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